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Spedizione Gratuita su Tutti gli Ordini

Filosofia

Vedendo Sboof, ci riconoscerete subito, dai colori e dalle forme:
non sarà uno dei tanti, omologati e, alla fine, tutti uguali.

I COLORI

  •  Celeste e azzurro, come il cielo che protegge le acque calme della Moldova;

  • Verde, tenero o intenso, come le foreste, le sorgenti e gli occhi delle nostre donne;

  • Giallo e oro, lieve come il nostro sole e dolce come il nostro miele;

  • Bianco, come la neve dei nostri lunghi inverni.

LE FORME

  • Sobrie, eleganti, non aggressive, ma che creino armonia;

  • Modelli mai vistosi (fatti solo per compiacere gusti volgari del momento, eccitanti ma passeggeri), in cui possano riconoscersi tutte le donne;

  • Capi da portare con naturalezza, in ogni ora e, alcuni, nei momenti importanti, pensati per la donna che lavora, ma che conserva stile e non cerca lusso o ricercatezza (l’eleganza non si fa notare).

I SOGNI

Vengono da lontano, nati nella calda luce degli immensi campi di grano della mia infanzia e cullati nel silenzio di candide distese dei gelidi inverni del mio Paese.

Nei miei sogni di bambina, alimentati dall’amore per la mia terra, ho visto un mondo migliore, fatto di gente che balla in cerchio, tenendosi per mano, che ride libera e in pace, bella nei suoi costumi pieni di ricami: la MIA GENTE, orgogliosa e forte, ma dolce e modesta, fiera di contribuire con l’opera e l’ingegno a diffondere benessere, attraverso un lavoro dignitoso, che porti gioia anche nella fatica, che possa elevare, per tutti, la qualità della vita, affratellando i figli di questa tormentata razza umana.

LE IDEE

Le ho covate e inseguite a lungo nell’attesa, colorandole, ogni giorno, di nuove speranze.

Una sfida oggi possibile, da realizzare nel Paese che mi ospita, con l’impegno di costruire un primo, piccolo, ma solido ponte, su cui far incontrare il meglio delle nostre genti, animate dagli stessi ideali.

Credo che, come nel cervello di ogni uomo si creano continue ‘sinapsi’, così, dalla vicinanza e dalla collaborazione equa tra i Popoli, possano generarsi scambi nuovi, in un unico cervello, sempre più ricco e creativo, da cui nascano idee, incontri, stimoli:
il frutto del “giusto” è sempre il “bello”!

Le idee e i sogni non hanno dogane. I miei sono:

  • Valorizzare nel lavoro la creatività e l’ingegno;
  • Credere nella dignità, che viene dal lavoro libero ed equo;
  • Correggere dall’interno le spietate leggi del mero profitto;
  • Premiare la qualità, prima della quantità;

  • Rendere ogni anello della catena orgoglioso del suo contributo;
  • Promuovere la cultura, allargando gli orizzonti;
  • Unire i valori della tradizione a quelli del ‘nuovo’, da qualunque parte arrivino;
  • Far crescere lo spirito di collaborazione nel gruppo, dando continuità all’intesa.

LA STORIA

Quando, non trovando lavoro nel mio Paese, sono arrivata in Italia, giovane ed ancora acerba, ho trovato spesso freddezza, sospetto, diffidenza, egoismo, ostilità preconcetta, perché ‘straniera’.

Ho dovuto lavorare di nascosto per sopravvivere e sono stata sfruttata, anch’io vittima della ‘diversità’, priva, com’ero, di potere di contrattazione e di strumenti per ribellarmi.

Poi, come un po’ dovunque, anche se nascoste e sicuramente in minoranza, ho incontrato persone col cuore e la mente aperta, che credevano nella dignità umana e nella rivoluzionaria forza del lavoro.

Ho studiato, scoprendo, prima, la Costituzione che, proprio nel suo primo articolo ha affermato il valore fondante:

“La Repubblica è fondata sul lavoro”

Mi ha illuminato il pensiero di scienziati come Franco Modigliani, esule dall’Italia fin dal 1939 a causa delle leggi razziali (Premio Nobel per l’economia nel 1985: dalla rivoluzione Keynesiana, al fondamento teorico dell’equilibrio di sottoccupazione, alla teoria del ciclo vitale, fino alla valenza macroeconomica dei problemi finanziari dell’impresa e della struttura temporale dei tassi d’interesse), che dagli Stati Uniti, aveva diffuso tra tanti discepoli italiani i principi di una Economia dal volto umano. La sua priorità: guardare al futuro, oltre le tragedie della storia.

E mi ha affascinato l’esempio di un imprenditore e politico, come Adriano Olivetti, che, nella sua fabbrica di macchine per scrivere, l’aveva realizzata in concreto: unendo insieme equità, genio e bellezza; valorizzando il contributo di ciascuno, operai, ingegneri, scrittori e poeti; reinvestendo gli utili in case, biblioteche, mostre, concerti e borse di studio per i figli meritevoli dei lavoratori.

Era molto più di una fabbrica di macchine: era una “Città ideale”, che da Aristotele a Platone aveva nel cuore e nella mente e che ha dimostrato di poter costruire!

Tutte idee attualissime, in un’Europa stretta dalla morsa di crisi preesistenti, aggravate dalla pandemia.

Così, ho deciso di abbracciarle come mie, applicandole all’attività che sto mettendo in piedi, tesa non allo scopo egoistico di ‘fare soldi’, ma a quello di aumentare il benessere di tutti, lavorando e facendo lavorare ‘altri’.

Lavorare sodo, io-con-gli-altri, guadagnando il giusto, in sicurezza e senza sfruttamento, fieri di farlo alla luce del sole.

Sarà difficile? Certo, in presenza di tanti ostacoli. Ma, insieme, ce la faremo!

Ambiziose le idee, ma forte e umile la volontà di realizzarle, pur nell’incosciente coraggio di andare controcorrente.

Certo una SFIDA, prima di tutto con me stessa, insieme alle donne (che saranno la maggioranza) e gli uomini che vorranno affiancarmi in questo cammino.

Non è UTOPIA pensare ad un mondo migliore: è un dovere, per i nostri figli e nipoti!

Chi, nel ‘600, ipotizzava per gli Stati la forma della Democrazia, era tacciato da utopista.

Il tempo, però, gli ha dato ragione.

Così, anche il lavoro, libero, equo e solidale può diventare una realtà.

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